Interviste - Alessandro Costa

Prosegue la serie di interviste agli autori Tatai Lab, oggi in comagnia con Alessandro Costa che, bisogna dirlo, non la tocca affatto piano!
- PARLACI UN PO' DI TE, PRESENTATI AL PUBBLICO DI LETTORI: CHI SEI? CHE TIPO DI FORMAZIONE HAI (HAI FREQUENTATO SCUOLE DEL FUMETTO? SEI AUTODIDATTA), QUALI SONO I TUOI GUSTI IN FATTO DI FUMETTI?
Ciao, sono Alessandro Costa, alias “Kapa”…quando ero più giovane tenevo molti capelli….ora, mi rimangono i disegni! Ho trentotto anni…a diciotto, finito il liceo scientifico (costretto dai miei a farlo…) mi son messo a lavorare come un matto (fattorino, barista e operaio fieristico) per potermi pagare una scuola di disegno…nel 2003 finalmente ce l’ho fatta, e da lì in poi è stato un viaggio stupendo, e non è ancora finito!
Sono di bocca buona e negli anni mi sono mangiato qualsiasi tipo di prodotto illustrato, dai libri per bambini alle produzioni di nicchia indipendenti, adoro le cronache e i reportage a fumetti tanto quanto i libri per l’infanzia. Questa “ampiezza di gusto” mi ha portato al piacere dell’insegnamento in generale, che sia esso rivolto ai bimbi che agli adulti, ora insegno da dieci anni nel luogo dove si mi sono formato, appunto la Scuola del Fumetto di Milano. La stessa intenzione la porto con me anche nel lavoro personale, in questi anni non mi sono mai fatto mancare nulla: da libricini per bimbi a prodotti per adulti, passando per stili e realizzazioni diverse, che fossero realizzate in tradizionale o in digitale…e su qualsiasi superficie!
Personalmente adoro il lavoro dei “fumettari” spagnoli, li sento più vicini , anche come sensibilità e modo di porsi, con più libertà creativa con il mercato odierno,
Adoro gli artisti poliedrici, quelli in grado, tanto per capirci, di confezionare un fumetto mentre stanno seguendo una campagna pubblicitaria per un altro cliente e magari trovano il tempo per illustrare un boardame!
Nella mia lista (causa deformazione da insegnamento) non potrei che riempire pagine e pagine di nomi.
Posso dire che gli autori che più mi hanno formato stilisticamente a scuola (e di questi, molti, ho avuto anche la fortuna e il piacere di conoscerli) Potrebbero essere:Toppi, Cavandoli, Turconi, Mastantuono, Frezzato, Carnevale..e al di là delle Alpi: Fernandez, Guarnido, Mignola, Wendling, Pedrosa, Miyazaki…
Per quanto riguarda invece la formazione culturale di materiale acquistato per lettura, studio o spunto didattico direi che andrebbe aggiornata frequentemente e non è il caso di riportarla, come si dice nei videogame, senza una dovuta patch settimanale!
PERCHE' FAI QUESTO LAVORO? QUAL E' IL TUO OBBIETTIVO?
Domanda semplice, a cui risponderò con una frase altrettanto semplice: “per necessità”.
Non potrei fare altro lavoro, anche se l’ho fatto per poter arrivare a fare il disegnatore.
Non potrei pensare ad altro durante la giornata, quando stacco dal lavoro o dalle lezioni coi ragazzi, GODO nel vedere un design di un videogame, nel fare una maratona di film d’animazione, nel collezionare artbook o leggermi un fumetto comprato in edicola per caso!
Quando esco (pre-pandemia si intende!) vado a spalancar mascella di fronte a mostre espositive di ogni genere, visito città d’arte e quando torno…appendo ai muri di casa e riempio le mensole di oggettini che mi ricordino questo bellissimo mondo ogni giorno!…ah si, ho una gatta che si chiama come un personaggio di un famoso libro illustrato e sto per sposare (dopo quindici anni di fidanzamento) una bravissima illustratrice…
Diciamo che il mio obbiettivo potrebbe essere: raggiungere con serenità la vecchiaia con tutto quello che ho citato finora!
CHE PROGETTO HAI REALIZZATO PER TATAI LAB, E CHE PROGETTO STAI REALIZZANDO (senza spoiler), CE NE PUOI PARLARE?
Con TATAI ho realizzato la colorazione digitale del volume 1 di GREEN HELL e del numero 2 di prossima uscita con i miei compagni di brigata Francesco Castelli (disegni) e Alex Crippa (scen.). In cantiere ho un fumetto “urban fantasy" disegnato da me su testi del braverrimo Francesco Vacca …ma non posso dire altro!
COSA PENSI DEL MERCATO DEL FUMETTO OGGI, SIA PER QUANTO RIGUARDA QUELLO ITALIANO CHE INTERNAZIONALE, ANCHE IN RELAZIONE AD ALTRI MEDIA DI INTRATTENIMENTO (VIENE DA PENSARE, SUBITO, PER ESEMPIO AI VIDEOGIOCHI)?
Lavoro in Italia ce n’è, e tanto. La voglia di investire sui giovani, molto meno, purtroppo. Siamo ancora indietro rispetto a mercati come quelli francese e americano.I disegnatori vengono spesso inquadrati come collaboratori a buon mercato, bravi e che non si lamentano più di tanto. Per questo molti dei ragazzi provano fin da subito a cimentarsi con l’estero, escludendo a priori il mercato nostrano, e questo non è sempre un bene…un pò come il discorso della fuga dei cervelli all’estero.
Oppure si perdono troppo in collaborazioni poco proficue sul Web…e alla fine l’investimento fatto per anni di tempo e denaro per diventare professionista può diventare una specializzazione per hobbisti, questa cosa mi fa imbelinare!
Nell’edicola italiana tiene ancora botta (per fortuna) il prodotto cartaceo targettizzato per i più giovani così come nella grande distribuzione in libreria viaggiano molto bene i prodotti dalle case editrici per l’infanzia…appena si cresce di età mi sembra di capire che in Italia il solito ragionamento sia: “smetto di leggere i fumettini.”
Eppure l’offerta è ampia e ogni tanto qualcosa di interessante passa ma sembra riecheggiare il ritornello Morandiano: “uno su mille ce la faaaa…”. Da una parte un imbuto così stretto che occlude, non diversifica l’offerta, fregandosene di cosa passi realmente e si piazzi in classifica tra i lettori…purtroppo, il resto finisce dimenticato, come la grossa fetta dedicata alle produzioni più indipendenti o “piccole” che necessiterebbero di maggiore visibilità e promozione. Nonostante io abbia lavorato spesso per le Major (soprattutto in campo pubblicitario) ho sempre apprezzato il lavoro di chi vuol dare una risposta forte e diversa al mercato del fumetto…(anche per questo adoro la filosofia tatailabiana!).
Ci vuole un cambio culturale importante, prendendo esempio dai nostri cugini d’oltralpe, o da come vivono il board-gaming in Germania per dire…con molta più sponsorizzazione, entusiasmo e disponibilità nella distribuzione (più fumetti in libreria, più eventi aperti al pubblico, anche virtuali, più aperture a incontri nelle scuole per presentare una nuova uscita). In Italia, oltre quelle quattro solite note icone del fumetto non si riesce mai a fidelizzare il pubblico, perché? Perché a volte neanche sanno che spettacolo di libri stiano passando in quel momento sul mercato, è inaccettabile!
Media come i videogame, bordgame, animazione e altro sono degli ottimi iniettori di fiducia e entusiasmo, e molte volte i “fumettari” finiscono per collaborare o diventare veri e propri esperti di questi settori (ho parecchi studenti che ci lavorano tutt’ora)…sarebbe bello che possano ritornare con le loro esperienze a fare dei fumetti pazzeschi, tipo fumetti interattivi, e-comics da smascellare, cose così! Primo o poi succederà, ne sono sicuro!
QUALI SONO I "PRO" DI FARE IL LAVORO DI FUMETTISTA?
Sei fighissimo, sempre giovane e bello, magari perdi capelli, t’incurvi e saluti qualche diottria….ma ragazzi! Siamo dei cantastorie, il nostro è veramente il lavoro più vecchio del mondo (pensate ai disegni rupestri della Pasiega….hanno 64.000 anni!!!!), sapete cosa vuol dire essere invidiati da tutti i tuoi amici che ti sfottono quando dicono: “ma che lavoro è il fumettista?”
poveri rosiconi!…il mio lavoro ha 64.000 anni di storia. E tutti muti!
E I “CONTRO”?
Perdere appunto diottrie, capelli…salutare troppo spesso con la manina la socialità, il tempo libero e la mondanità…non mi ricordo neanche che faccia abbiano. E poi la fiscalità dio santo…passiamo sempre per quelli che hanno scelto L’INPS come acerrimo nemico!
Comunque easy: munirsi di un gran maestro osteopata, aggiungere un fuoriclasse del crimine come commercialista, mischiate il tutto con un bel Gin Tonic.
CHE IMPATTO HANNO (/HANNO AVUTO) I SOCIAL MEDIA NEL TUO STILE, NEL TUO MODO DI LAVORARE E NEGLI OBIETTIVI CHE TI PONI DI RAGGIUNGERE?
Forse sono un pò più vecio di quello che credo, ma ho cominciato a lavorare che Facebook veniva cagato da sette pellegrini in cerca di ….insomma, avete capito, tipo Tinder.
Quindi l’esplosione social e dei mezzi in generale che troviamo ora a colpi di tastiera mi ha sfiorato appena. Mi piace però ogni tanto “giocare”: Nella prima quarantena ho fatto un pò di live con la mia consorte su Instagram e l’ho trovato molto divertente…da li a spostarmi per lavoro ce ne passa, ma sono molto attento e studio la situazione (fiverr,insta, redbubble, patreon e tutti gli altri) perché ho bisogno di comprendere l’evoluzione del nostro lavoro anche per poterlo presentare al meglio ai miei studenti….in poche parole: non posso restare al palo sennò i ragazzi mi “sverniciano!”
COME VEDI IL FUTURO DEI FUMETTI? COME VORRESTI SI EVOLVESSERO, SOPRATTUTTO IN RIFERIMENTO AL MERCATO E AI LETTORI ITALIANI?
In parte ho risposto prima, godrei nel vedere sempre più piccole produzioni di qualità farsi avanti, lascerei sempre più spazio ai giovani promettenti….sono un’esteta del disegno, vedere anche solo un ragazzo talentuoso rimanere al palo perché non trova sbocchi lavorativi mi risulta insopportabile.
Di sicuro mi piacerebbe assistere a più collaborazioni crossover con gli altri media già citati.
Inoltre sarebbe tempo di avere (senza nessun offesa) sempre meno Tex&co. (Anche se amo molti disegnatori che fanno Western o fantascienza vintage) e più storie moderne, dei nostri tempi…con disegni freschi, un mash-up di contaminazioni grafiche da tutto il mondo….ormai il disegno è un concetto legato alla globalizzazione e bisogna accoglierlo, non escluderlo con i muri del conservatorismo.
E , se mi è concesso, vorrei vedere pubblicati più fumetti “belli”, disegnati e colorati da dio, che esaltino le capacità dei disegnatori che le producano…voglio godere nel vedere i fenomeni anche giovani che ci sono in giro….e non i dinosauri sempre lì, accostati ogni tanto da qualche disgrafico penoso e menoso di 20 anni che si fa il fumetto scarabocchiato in poco tempo e fa un successo stellare…mi spiace, ma per me il Fumetto con la F maiuscola è roba seria: ci vogliono: ricerca, concentrazione, preparazione, tecnica, sperimentazione, pazienza e coraggio…poi leggo anche i “fenomeni da baracca” del momento, ma non posso solo e soltanto vedere quello in vetrina, è avvilente.
Ho sentito uno di questi fenomeni in tv l’altro giorno, ha detto: “ i fumetti li possono far tutti, basta avere un’idea”.
Non credo proprio, non basta.
Almeno non quella grossa fetta di fumetti che intendo io come autore e docente (e che se avete letto la mia formazione potreste capire). Mettiamola così: se ci fosse quella rivoluzione culturale suddetta, che la gente in Italia smettesse di pensare che i fumettini sono per bambinoni con gravi ritardi nella crescita e che fare i “graphic novel” disegnati di merda fa figo….(scusate quando ce vò ce vò) potremmo anche trovare una sorta di equilibrio, si potrebbe verificare una sorta di “esperienza alla Francese”, dove c’è, detta un pò in maniera semplificata, spazio per tutti.
Ma non ci credo molto, quindi per ora rimango di quest’idea.